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Il Rotary in visita all’ex Lanificio Militare di Napoli

Lanificio
L’arch. Antonio Martiniello
Dott.ssa Alba Impronta
crowdfunding

Made in Cloister – E’ un progetto che nasce a Napoli nel 2011 con il desiderio di coniugare l’operato di promozione e di innovazione della tradizione artigianale con la salvaguardia del patrimonio architettonico. Il restauro del chiostro cinquecentesco di Santa Caterina, massimo esempio di architettura rinascimentale a Napoli, permette di recuperare lo spazio ideale per le attività culturali, artigianali-artistiche che caratterizzano Made in Cloister.  Come ha spiegato Martiniello, si è proceduto all’individuazione e l’acquisto degli immobili situati all’interno del complesso del Lanificio, già convento dell’adiacente chiesa di Santa Caterina a Formiello, esempio massimo dell’architettura rinascimentale e barocca a Napoli, e da lì riaccendere i riflettori su un punto nevralgico della città, per permettere ad artisti, imprese artigiane di fare rete e creare opportunità di lavoro.

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Un luogo che affascina ed ispira. Non è un caso che nella struttura dell’ex Lanificio Militare si sposteranno studi d’arte, molto probabilmente l’Ordine degli Architetti di Napoli; qui vive e lavora il famoso artista Jimmie Durham; Cherokee nato in Arkansas nel 1940. Artista visivo, scultore, saggista e poeta, che nel corso degli anni ’70 è stato attivista politico di primo piano nell’American Indian Movement.

Jimmie Durham;

Un luogo ricco di storia, ma sfortunatamente legato a decenni di abbandono. Per questo motivo gli artefici del progetto si propongono di far riemergere attraverso l’articolazione di attività culturali, progettuali, conservative e imprenditoriali, alcune tra le più antiche tradizioni artigianali della città, e soprattutto, di innovarle facendole interagire con artisti, designer, e operatori culturali particolarmente attenti al valore etico del progetto. Made in Cloister si pone in continuità con il fermento culturale che il quartiere adiacente alla Porta Capuana vive da un po’ di tempo e che hanno visto, con impegnativi investimenti di fondi pubblici la nascita del Museo d’Arte Contemporanea di Donna Regina (MADRE) e il restauro della chiesa di Donna Regina e la sistemazione e l’apertura al pubblico del Museo Diocesano; ma anche di iniziative di imprenditoria privata come il restauro dell’importante palazzo Caracciolo in Via Carbonara e la sua trasformazione in struttura ricettiva. Tutto questo si articola in un tessuto urbano che è ricco di attività commerciali, di botteghe artigiane e di luoghi di incontro che rendono l’area interessata un unicum di particolare valore umano e culturale.

Lucio Todisco

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