A cura di Fatima Muoio – Presidente della Commissione “Donne in Rotary” del Rotary Club Napoli Castel dell’Ovo
La splendida terrazza del Circolo Posillipo ha accolto la conviviale del Rotary Castel dell’Ovo con un “Dialogo sulla Bellezza” e lo scenario, ha dato concretezza a quell’inedita immagine della “Bellezza” offertaci dai nostri illustri Relatori, il Dottor Nicola Graziano e Don Gianni Citro.
Il Presidente Mario Schiano, dopo i saluti iniziali ha ringraziato Livio Mirra, delegato dell’AIS (Associazione Italiana Sommelier), che ha aperto la serata con un brindisi introducendo la “bellezza morale”, legando la bellezza alla bontà, alla virtù e come gli atti di gentilezza possano essere percepiti come “belli” perché riflettono valori etici positivi.
Il Presidente ha invitato la socia Fatima Muoio alla conduzione della conviviale e gli interventi dei relatori hanno rapito oltremodo l’attenzione dei presenti, suscitando in tutti profonde riflessioni ed anche un po’ di turbamento.
Si percepisce un’immagine inedita della “Bellezza” che non muta con il trascorrere del tempo, non è esteriore come quella sconsideratamente propugnata dai media che influenzano la società determinando a volte nei giovani problemi di integrazione; una “Bellezza” morale, interiore, che può soltanto elevare.
In un coinvolgente “Dialogo a due voci” il dott. Graziano e Don Citro hanno illustrato il valore della cultura della bellezza come strada per migliorare il futuro del genere umano e la necessità di trasmetterne ai giovani l’importanza, educandoli a non perdere mai il senso della bellezza delle cose che ci circondano, a nutrire il concetto di una bellezza profonda ed interiore valorizzandosi e diventando attori del mondo, mettendosi in gioco con fantasia, forza e coraggio, impegnandosi per renderlo migliore.
Il dottor Nicola Graziano, Magistrato del Tribunale di Napoli, Componente Commissione Tributaria Regionale, Docente, Autore di molte pubblicazioni, è un profondo “Cultore della legalità” che espande oltre i confini della rigida interpretazione e applicazione della legge, privilegiando il dato umano che sottende, sempre, ai casi sottoposti al vaglio del magistrato.
Ci ricorda che nella nostra Costituzione la parola bellezza è una costante: c’é la bellezza nell’uguaglianza e nella solidarietà, nella libertà, nella giustizia, nel lavoro, nella pace, nella famiglia, nella scuola, nella fede, nella possibilità di manifestare liberamente le proprie idee.
Tutta l’attività del dottor Graziano è stata connotata da un forte impegno sociale, come cittadino prima che come magistrato e, l’importanza del ruolo ricoperto all’interno della società, non ha mai prevalso sul suo “essere” umano.
In quest’ottica e nel Suo ruolo di magistrato, è riuscito a restituire a Napoli due luoghi storici e nel cuore di tutti, Edenlandia e lo Zoo, coniugando l’aspetto giuridico di una situazione non facile con il dato umano delle aspettative dei lavoratori, dei bambini e della dignità del popolo napoletano.
Sempre in quest’ottica il Dott. Graziano, in totale anonimato, ha vissuto una reclusione volontaria di 72 ore nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa, prima della chiusura nel 2014 consapevole che, solo entrando e vivendo personalmente quella situazione di inaudita atrocità, avrebbe potuto comprendere ciò che ha, poi e non senza travaglio interiore, documentato anche fotograficamente nel libro Matricola Zero zero zero, cioè la consapevolezza che dietro la malattia mentale c’è un uomo e che in ogni corpo vi è una Bellezza che richiede rispetto e dignità.
Nasce, poi, l’amicizia del Dottor Graziano con Don Gianni Citro, Presidente della Fondazione Meeting del Mare CREA, il cui impegno importantissimo, fuori dai canoni e sempre vicino ai giovani, si estrinseca anche nell’organizzare concerti e mostre d’arte dei beni confiscati alla criminalità in tutti quegli ambienti piuttosto aridi, come nei centri commerciali, al fine di scuotere gli animi dormienti.
In quest’ottica, insieme, hanno organizzato lo scorso anno, nel Palazzo di Giustizia di Napoli, una mostra di pittura barocca dal titolo “Giustizia e Bellezza”, esponendo 12 dipinti di rara bellezza nei quali il tema della Giustizia, quindi dell’etica, coniugandosi con quello della Bellezza, quindi dell’estetica, offriva una bellezza diversa ma che emerge anche nel quotidiano atteggiarsi dell’attività che si svolge nel palazzo di giustizia: dignità e bellezza dei corpi raffigurati, quelli dei carcerati, dei poveri, dei matti, dei torturati, dei rifugiati, dei migranti, dei deboli, per rispettare i quali, per dar loro giustizia, bisogna essere capaci di vederne la bellezza.
Questa la finalità della mostra e dell’impegno quotidiano dei nostri illustri Relatori: indurci a riflettere per poter poi cogliere la bellezza che promana dalle cose, dalle persone, dall’arte, quella che ti scuote dall’indifferenza, dalla superficialità, dalla grettezza dalla quotidianità e ti fa chiedere, quando la percepisci, se è vera…… quasi con diffidenza, quasi temendo che innamorandosene si possa subire, poi, una delusione.
Ma essa è tutt’altro che effimera e, pertanto, anche da adulti cogliamo questo importante spunto di riflessione.
Di seguito l’articolo uscito su “Il Roma” e la gallery della conviviale.